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martedì 18 marzo 2014

Recensione del film Allacciate le cinture

Forse parlo per partito preso perché amo Ozetek e tutte le sue opere cinematografiche , ma a me
Allacciate le cinture è piaciuto e anche tanto.
Iniziando dalla prima scena , dove ad essere inquadrato è l'asfalto in una giornata di pioggia battente; le scarpe che, inevitabilmente, si imbattono nelle pozzanghere , l'atmosfera che già ti fa intuire uno stato d'animo malinconico e toccante. Allacciate le cinture è un film diverso dai precedenti a cui ci ha abituato il grande regista turco.
Per quanto i temi toccati siano poi praticamente gli stessi ; l'amicizia, la famiglia, la sofferenza nella malattia e il disagio. Allacciate le cinture ....già il titolo è azzeccatissimo.... Allacciate le cinture perché prima o poi le turbolenze nella vita arrivano e anche forti, ed allora bisogna essere preparati ad affrontarle.
Anni 2000. Elena è una ragazza giovane, intelligente, gentile e protesa d'amore verso il prossimo. Vive a Lecce e lavora presso un bar della sua città . La sua vita è scandita dalla semplicità e dalla routine e contornata da una serie di amici e familiari  come sua madre Anna, la folle “zia” che cambia ogni volta nome a seconda dell'evoluzione spirituale, gli inseparabili amici  Silvia e Fabio, fino al suo fidanzato, Giorgio. Elena sogna di aprire un locale con il suo grande amico Fabio, gay dichiarato e alquanto "geloso" dei ragazzi delle sue amiche. 
Ma la sua esistenza cambia radicalmente, attraversando la prima delle grandi turbolenze della vita, quando si accorge di essere attratta da Antonio, sgarbato, omofobo, razzista e ultimo flirt della sua amica del cuore Silvia.
Tra Antonio ed Elena la passione è immediata e sconvolgente, nonostante caratterialmente siano l'uno l'opposto dell'altra.
Il film , ad un certo punto, fa un salto  temporale di 13 anni e così ritroviamo quasi tutti gli stessi personaggi, ma ovviamente più invecchiati.    Elena è finalmente riuscita a realizzare il sogno condiviso con il suo grande amico Fabio e quindi ad aprire il locale da tempo sognato , nel frattempo ha anche  sposato Antonio, dal quale ha avuto due figli.
 Ma la vita torna a far sentire le sue turbolenze: Elena scopre di essere gravemente malata. Riusciranno questi legami a sopravvivere agli ostacoli , perfino alla malattia e a tutto ciò che potrebbe conseguirne?
Questo è un film che parla di ogni tipo di sentimento.
 Amore fisico, delirante, passionale come quello che unisce Antonio ed Elena, che pur cominciando come un’attrazione fisica nasconde , in realtà,  qualcosa di più profondo e intenso , oppure un amore platonico, più mentale e spirituale come quello che  lega Elena al suo grande amico Fabio. O l'amore che unisce la protagonista alla madre Anna ( Carla Signoris in una parte straordinaria) , donna dotata di grande coraggio ed ironia.
E poi una serie di personaggi davvero unici , intensi, con uno spessore emotivo ed umano che riescono a coinvolgere lo spettatore  divertendolo e commuovendolo .
Francamente non comprendo le critiche piovute addosso a questo film. Si parla male di Francesco Arca, ma direi che la parte da lui interpretata è stata una scelta azzeccata e giusta.
Senza rovinare la sorpresa del finale che può essere interpretato in maniera diversa, vorrei sottolineare l'intensità emotiva che questo film mi ha suscitato. Lacrime e risate...pochi registi riescono ad emozionarmi così tanto.
E non potrei concludere questa recensione senza nominare il personaggio di Egle , interpretato da un'intensa e adorabile Paola Minaccioni. Una creatura ingenua , forte e dolcissima che entrerà nel vostro cuore per non uscirne mai più.
 
 
Ozpetek torna a girare un film nella città di Lecce , dove aveva già realizzato la gradevole pellicola Mine vaganti. La scelta del regista evidenzia il grande amore e la passione che lo lega al Salento,  un paesaggio pugliese mozzafiato e assolato, con la città di Lecce scolpita dalla luce naturale, una città incantata con il suo splendido mare che cambia il suo "umore" a seconda delle sensazioni vissute dai protagonisti.
 Un' ultima lode alla colonna sonora incalzante, che spazia dai ritmi e dai suoni mediorientali, fino alla canzone “A Mano A Mano" interpretata dalla voce graffiante e struggente del grande e compianto Rino Gaetano. Allacciate le cinture quando deciderete di vedere questo film....perché se siete pronti ad affrontare le turbolenze, sarete anche pronti a combatterle e forse  a non averne più paura.    Gina Margiotta
 
 
 

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